Le due immagini riproducono due edizioni a stampa di uno stesso testo, il Salterio di San Bruno, e in particolare il Salmo 6.
Nell’edizione del 1485 (In folio) il sistema di avvicinamento spaziale dei commenti conduce ad usare un’interlinea molto ampia tra una riga di testo e l’altra.
Nell’edizione del 1494 (In quarto) la disposizione spaziale è sostituita da un sistema di note. Questo ha permesso di stampare in uno spazio più ristretto lo stesso testo.
Nell’edizione del 1494 i commenti sono collegati al testo principale attraverso un sistema di note. Un’informazione che era resa spazialmente nell’edizione del 1485 (legame tra testo principale e commento) è stata trasformata in segni grafici.
L’edizione del 1485 permette un più rapido riconoscimento dell’inizio di ciascun Salmo e sono immediatamente visibili quali sono i passaggi su cui c’è una maggiore concentrazione di commenti dei Padri della Chiesa.
La destinazione d’uso dei due testi ha inciso sulla loro forma grafica: la riduzione degli elementi sinsemici, e di conseguenza la minore visibilità immediata della struttura del testo, è il prezzo che viene pagato per ridurre le dimensioni fisiche dell’oggetto.
L’esempio è ispirato, pur nella diversità delle conclusioni, dall’articolo di Margaret Smith “The typography of complex texts: how an early printer eliminated the scribes’ red” apparso nel 1997 su “Typography Papers”, n. 2, pp. 75-92.
Leonardo Romei e Luciano Perondi