La freccia, con cui rappresentiamo i vettori, è un segno in grado di dare informazioni diverse che dipendono dalla sua collocazione nello spazio: ci dà informazioni sulla grandezza, sulla posizione (l’origine, la retta su cui il vettore è posizionato) e sull’orientamento (in quale verso è orientato). È un segno molto efficace che sembra riassumere “naturalmente” le proprietà dell’oggetto matematico.
Per trovare l’origine di questa rappresentazione ho seguito lo sviluppo dei vettori descritto nella Storia del pensiero matematico di Morris Kline [1], partendo dai “quaternioni”, introdotti da William Rowan Hamilton come estensione dei numeri complessi: un quaternione è composto da una parte scalare e una parte vettoriale.
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